L’AIKIDO è prima di tutto, una via guerriera (BUDO in Giapponese). Attraverso lo studio e la pratica delle tecniche di difesa l’AIKIDOKA si propone di raggiungere un alto livello di equilibrio fisico e psichico. Etica e moralità sono obbiettivi importanti quanto l’efficacia tecnica.

La pratica dell’AIKIDO si avvale di due sistemi che si uniscono tra loro. Il primo sistema è quello dell’arte corpo a corpo (TAI JUTSU), il secondo sistema è quello delle armi bianche (BUKI WAZA), che adoperavano gli antichi guerrieri giapponesi.

``Dovreste essere: duri come un diamante, flessibili come un salice, fluidi come l’acqua, o vuoti come lo spazio.``

Le origini dell’arte

della spada e del bastone

La sostanziale particolarità di quest’arte è che tutti i movimenti atti alla pratica difensiva del corpo a corpo sono stati elaborati e sviluppati dai movimenti di tecniche di spada e di bastone.

Tali tecniche furono ereditare principalmente da due antiche scuole di JUJITSU: la GYAKU RYU JUJITSU e il DAITO RYU AIKI JUJITSU del clan dei TAKEDA, famosa famiglia di SAMURAI che operò attivamente nel periodo dei grandi conflitti interni del medioevo giapponese, sviluppando una raffinata tattica e tecnica di combattimento.

Fra tutte, di rilevante importanza alla formazione del giovane Morihei, contribuì il famigerato SOKAKU TAKEDA. Ultimo SAMURAI della famiglia TAKEDA e personaggio noto in Giappone per l’audacia e l’abilità tecnica.

L'evoluzione

Sviluppo dell'Aikido

Lo studio che intraprese Ueshiba fu molto apprezzato dai tantissimi maestri di altre arti marziali. In particolar modo ne fu colpito JIGORO KANO, il fondatore del JUDO, il quale, dopo aver assistito a una esibizione di Ueshiba dichiarò: “Questo è il budo ideale” (Budo significa Via guerriera).

Poco prima della seconda guerra mondiale Morihei Ueshiba trasferì il suo dojo a Iwama, nella prefettura di Ibaraki.

Vicino a Tokyo. Ma quasi tutti gli allievi vennero richiamati sotto le armi, e la maggior parte non fece più ritorno.

Con la vittoria degli alleati venne proibita la pratica delle arti marziali in tutto il Giappone, ma Ueshiba, isolato fra i boschi e le montagne di Iwama, continuava a esercitarsi con pochissimi fedeli allievi.

Fortemente turbato dagli eventi del conflitto e soprattutto dalle esplosioni atomiche che misero in ginocchio l’intero Giappone, Ueshiba dedicò gli anni a seguire alla risoluzione pacifica di qualsiasi conflitto umano, aggiungendo all’Aikido una grande componente filosofica.

Il suo desiderio era quello che la pratica dell’AIKIDO manifestasse il più alto concetto di non violenza anche di fronte a un attacco violento.

Tale aspetto di non violenza era comunque già insito nelle moderne arti marziali proposte dai più grandi maestri del tempo.

Quando gli alleati si accorsero di ciò consentirono la ripresa della pratica delle arti marziali, e cominciarono a frequentare i dojo essi stessi.

I primi dojo di Aikido al di fuori del Giappone sorsero proprio negli USA.

Fu un periodo favorevole per L’Aikido di Iwama, molti occidentali cominciarono a praticarlo, tanto che, in alcuni momenti, in tatami vi erano più occidentali che giapponesi.

Il sogno di fratellanza di O Sensei cominciava a realizzarsi.

``Ogni momento è delineato dal grande disegno della natura, non cercate di rifiutare o contrastare l'ordine cosmico delle cose``. Morihei Ueshiba

Il Takemusu Aikido in Italia

La divulgazione del Takemusu Aikido

Morihiro Saito (1928-2002) cominciò la pratica dell’Aikido nel 1946 e seguirà il fondatore fino alla sua morte. Fra tutti gli allievi di O Sensei, fu colui che passò più tempo al suo fianco, quasi 24 anni. Per O Sensei era quasi un figlio.

Molti stranieri si recarono a Iwama per apprendere l’Aikido direttamente dal discepolo più vicino al fondatore nel suo Dojo.

Paolo Corallini (attualmente caposcuola della Takemusu Aikido Association Italy) fu uno di questi. Nel 1990, grazie al M° Corallini, Morihiro Saito Sensei arriva in Italia, a Torino, e ci ritornerà quasi ogni anno fino alla sua morte nel 2002.

In questo periodo il M° Corallini, con la collaborazione di Saito Sensei, formerà validi percussori del TAKEMUSU AIKIDO. Il M° Fausto De Compadri (1931-2011) fu uno tra i più benvoluti dal M° Saito.

Il Maestro Giancarlo Giuriati incontrerà il Maestro Fausto De Compadri nel 1996. Giuriati aveva già praticato Aikido da giovane, ma poi si era dedicato completamente al Judo.

Nel 1996, già 5° Dan di Judo, partecipa a uno stage di Aikido per insegnanti di Judo, tenuto dal M° Fausto De Compadri, e si innamora della didattica di Morihiro Saito. Comincia così a seguirne gli insegnamenti e nel 2000 gli viene riconosciuto lo shodan (1° dan) di Takemusu Aikido.

Da quell’anno affiancherà all’insegnamento del Judo anche una intensa pratica di Aikido.

Nel 2002 arriverà il 2° dan e l’apertura di un secondo corso a Ponte di Piave, sempre nel trevigiano. Nel 2006 è promosso a 3° dan. Tutti e tre gli esami sono stati visionati e convalidati dal M° Paolo Corallini e riconosciuti dall’AIKIKAI di TOKYO.

Lascia il Dojo di Vittorio Veneto ai suoi allievi e comincia a insegnare anche a San Donà di Piave, dove si formerà un altro valido gruppo di Aikidoka.

Nel 2009 il M° Giuriati entra a far parte anche della TAA (Takemusu Aikido Association Americana).

Nel 2011 viene conferito “AD HONOREM” al M° Giuriati il prestigioso grado di 6° Dan di Judo nella FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate e Arti Marziali). Lo stesso anno viene promosso per esame al 4° Dan di Aikido.

Durante tutto il periodo il M° Giuriati formerà e contribuirà a formare oltre 25 cinture nere, alcuni di costoro sono insegnati con il grado di 3° e 4° dan.

Dal 2014 incomincia a insegnare a un piccolo gruppo di allievi a Treviso e nel 2016 nasce la ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA TAKEMUSU AIKIDO TREVISO.

Nel 2017 il M° Giuriati acquisisce il 5° dan di Aikido e la qualifica di commissario tecnico federale della FIJLKAM.

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