Gli stili olimpici (la libera e la greco-romana) sono stati codificati nel 1900, prendendo spunto dagli stili “classici”, ma adattandone e modificandone le regole.

La lotta stile-libero (detta anche lotta libera) è uno dei due stili di Lotta Olimpica, durante il combattimento i due avversari possono utilizzare una vasta gamma di tecniche di proiezione e atterramento utilizzando tutte le parti del corpo.

Una volta che l’avversario è stato portato a terra si possono utilizzare molte tecniche che servono per portare l’avversario con le spalle a terra e far finire in questo modo l’incontro.

Ci sono inoltre molte tecniche che prevedono la presa o l’utilizzo delle gambe. Le origini della lotta greco-romana “moderna” risalgono al diciannovesimo secolo.

L’obiettivo principale nella lotta greco-romana consiste, nella lotta in piedi, nel riuscire a portare l’avversario al tappeto, attraverso proiezioni anche di grande ampiezza, con piegamento in avanti, con piegamento all’indietro, con rotazione del tronco.

Aattraverso gli atterramenti con passaggio dietro o schiacciamento, per finire l’azione, se possibile, facendo poggiare entrambe le spalle a terra all’avversario previa immobilizzazione (schienamento).

``Per quelli che lottano, la vita ha un sapore che chi sta al sicuro non conoscerà mai.``

Azioni e tecniche

Primitive

Diversi graffiti risalenti all’era del paleolitico raffigurano azioni e tecniche primitive con protagonisti i primi lottatori. I reperti archeologici giunti ai nostri giorni fanno luce sul passato e danno risalto a questa disciplina attraverso un ponte epocale che ci conduce in un viaggio fra tutte le società antiche.

Sono diversi gli scopi che hanno facilitato il suo sviluppo, da quello educativo-formativo a quello militare, difensivo e sportivo.

Le prime tracce riguardanti la lotta “codificata”, risalgono alla tomba egizia di Beni Hassan (3000 a.C.) in cui vengono rappresentate circa 400 differenti tecniche di lotta con scopo ginnico-militare che ricordano la “libera” moderna.

Successivamente, la civiltà ellenica ha tramandato ampie e complete documentazioni, in cui la lotta era considerata come un esercizio indispensabile per il rafforzamento del fisico e del carattere dei giovani.

Dall'età romano a oggi

Storia della Lotta Olimpica

Nel periodo romano, la lotta aveva perso il carattere dilettantistico di quella ateniese per diventare a tutti gli effetti un’ attività per professionisti, o soldati, che sovente si scontravano nelle arene sfidando altri lottatori provenienti dalle molteplici province dell’ Impero.

Nel 394 l’imperatore Teodosio I soppresse i Giochi Olimpici, facendo decrescere la popolarità della lotta sportiva, ma nonostante questo la disciplina continuò ad evolversi fino al medioevo, periodo nel quale veniva allenata con pochissime regole e per scopi militari.

Il 1800 rappresentò la rinascita della lotta a livello di popolarità, in questo periodo storico iniziò la fase della “lotta olimpica moderna”, nata sulla scia delle numerose discipline tradizionali che ancora oggi influenzano e caratterizzano il repertorio tecnico della libera e greco-romana.

La Francia svolse un ruolo fondamentale verso il rilancio della disciplina grazie alla nascita di numerose accademie come quelle di Lione, Bordeaux e Marsiglia.

Negli stessi anni nacquero delle importanti palestre anche in Italia, in particolar modo a Milano, Genova e Torino grazie, anche, al prezioso contributo di Basilio Bartoletti, al quale si deve la denominazione di “lotta greco-romana.

Nell’Europa del 1800-1900 nacquero un alto numero di accademie ma sopratutto vennero costituite le prime federazioni nazionali (a partire dal 1891 con quella tedesca).

Ma in questi secoli, la lotta era presente anche nella zona geografica dell’ ex URSS in cui, nelle campagne e nei villaggi erano (e sono tutt’ora) praticati diversi stili che grazie alle forme di lotta tradizionale si diffusero rapidamente anche la greco-romana e la libera.

Fra gli ultimi anni del 1880 ed i primi del 1900 diversi lottatori di greco-romana furono protagonisti di sfide interstile in cui dimostrarono la grande efficacia della lotta, come nel caso di William Muldoon che nel 1887 sconfisse il campione mondiale di pugilato John L. Sullivan in meno di due minuti.

Il successivo incontro pubblicizzato avvenne alla fine del secolo quando il futuro campione dei pesi massimi di pugilato Bob Fitzsimmons affrontò il campione europeo di lotta greco-romana Ernest Roeber.

Roeber ebbe una frattura allo zigomo, ma fu in grado di portare Fitzsimmons al tappeto e finalizzare l’avversario con una leva al braccio.

Durante i primi anni del 1900, l’italiano Giovanni Raicevich, campione di lotta greco-romana, sconfisse Akitaro Ono, un maestro giapponese esperto di judo, Jiu-Jitsu e sumo.

Grazie al congresso del 1894, nel quale il barone Pierre de Coubertin riaprì le Olimpiadi, le nazioni più progredite canalizzarono i movimenti sportivi spontanei in strutture organizzative finalizzate prevalentemente alla partecipazione ai Giochi Olimpici.

La greco-romana entrò a far parte delle Olimpiadi moderne fin dalla sua prima edizione nel 1896, mentre la lotta libera comparve nel 1904. Nel 1912 nacque la federazione internazionale della lotta (FILA) e con essa iniziarono ufficialmente le altre competizioni internazionali, come i campionati europei e mondiali.

La continua crescita della lotta olimpica in termini di popolarità, consentì alla FILA di inserire un terzo stile alle Olimpiadi del 2004: la lotta femminile.

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